lunedì 6 giugno 2011

Call Center, persuasione e... Tutta la vita davanti!

Ciao a tutti!
Dopo un paio di settimane di inattività (dovute più che altro a un raccoglimento di idee se devo essere sincero) torno a scrivere... e preparatevi perchè ho elencato una serie di post e ho molta voglia di battere sulla tastiera!
Ordunque, come molti di quelli che hanno avuto la sventura di farsi beccare con un tasso alcolico superiore alla media (sventura per modo di dire: non è precisamente “una disgrazia inaspettata” dal momento che semplicemente se guidi dopo aver bevuto rischi la patente - parentesi pubblicità progresso), uno dei primi problemi che si pongono, a parte l’ovvia difficoltà di spostarsi essendo appiedato, è la non proprio rassicurante prospettiva di una multa a dir poco esorbitante (nel mio caso, si va da 1500 € a 6000, oltre alle spese processuali e per gli esami per riavere la patente). Ragion per cui, è giocoforza organizzarsi in qualche modo: e conviene iniziare subito, dal momento che per mettere da parte la cifra necessaria senza dover saltare i pasti ci vuole un pò di tempo (e, ora che mi viene in mente, colgo l’occasione di invitarvi fare qualche click sui banner... qualche soldino in più fa sempre comodo!)
Perciò, mi sono rimboccato le maniche e avendo la fortuna di fare un lavoro che mi permette una certa flessibilità, ho cercato un’occupazione part time da 400 € giusto per portare a casa qualche soldo in più da mettere nel “fondo multa”. Ovviamente, anche se ritengo di essere una persona piuttosto competente in vari campi e con un buon curriculum, l’opportunità più veloce che mi si è presentata è, come per molti giovani italiani...
Il Call Center!
Premetto che io ho sempre odiato le chiamate dagli operatori di telemarketing. Praticamente sempre rispondo “non mi interessa” ancora prima di sentire che hanno da dire; solo una volta ho accettato di esaminare un’offerta e, dopo una rapida ricerca in Rete (dove ho trovato un proliferare di opinioni negative), ho gentilmente declinato l’offerta, subendomi dieci minuti di insistenze e piagnistei del povero operatore che si è visto levare da sotto le mani la chiusura di un contratto.
Perciò, mi sono avviato in questa nuova avventura con uno spirito di “cambio di mentalità” (citando i Negrita), e devo dire anche con la curiosità e l’interesse di capire il mondo dall’altra parte della cornetta. Oltretutto, alla fine il lavoro non è poi così alienante come dicono e mi dà l’occasione di fare alcune interessanti considerazioni sullo spaccato d’Italia con cui ho a che fare 4 ore al giorno.
Prima di tutto, una cosa mi salta all’occhio (o meglio, all’orecchio): siamo VECCHI. Siamo un popolo con un’età media molto più alta di quella europea. Voi direte “sì, ma si sa, è un pò che lo dicono, è un problema d’Italia”. Vero, ma vi assicuro che fare 200 telefonate e sentirsi rispondere nel 60% dei casi da persone over 70 fa un certo effetto. E molti di questi erano over 80, o rispondeva la badante, o la figlia. Ma la cosa veramente che mi spiazza è quando chiami il numero sulla lista e la conversazione è tipo:
- “Buonasera, signora! Sono Emanuele di ****** Italia, il signor Egidio Poletti (nome a caso) è in casa?”
  • “Egidio? eeeeh, ma è morto tanto tempo fa....”
E se sei abbastanza cinico (e io non lo sono) puoi anche avere il coraggio di rispondere
  • “Mi dispiace molto, signora, condoglianze. Posso parlare con lei, allora?”
Tristissimo.
L’altra cosa concertante è che siamo VERAMENTE un popolo di mammoni. E vi stupireste di quanti genitori chiaramente over 70 che sento dicono “no, ma si occupano i miei figli di queste cose... è che ora non sono in casa, devo chiedere a loro, non so quando tornano”. Il che vuol dire che i “figli” hanno perlomeno 40 anni... e io che mi sentivo strano a essere ancora in casa a 27 anni!
E infine... la mia considerazione più ovvia: ormai, trovo che si sia creata una “bolla” che le persone attivano in automatico nel momento in cui sentono una voce al telefono che POTREBBE anche lontanamente proporre qualcosa. Praticamente, la risposta automatica è “non mi interessa”, anche se chiamasse Steve Jobs per regalare loro un iPhone. E’ inutile, anni di bombardamento e differenziazione delle offerte, uniti paradossalmente all’appiattimento delle stesse e alla svalutazione del concerto di “offerta”, dal momento che ormai QUALUNQUE cosa ci viene proposta, dai servizi telefonici ai frigoriferi, dalla tecnologia alle automobili, è “un’offerta imperdibile”, hanno generato nelle persone il “rifiuto automatico” di ogni proposta telefonica e/o rivolta di persona, senza prendere nemmeno in considerazione i pro e i contro. Ragion per cui, il fatto che io (per il primo mese, poi si vedrà) sia pagato ad appuntamento, genera non poche problematiche.
Per cercare di risolverle, mi sono documentato un pò e ho letto un bellissimo libro: “Le armi della persuasione”, di Robert Cialdini. Nonostante il titolo sembri da “manuale di serie B”, e suggerisca contenuti paragonabili a quelli di libri come “Diventa ricco in un mese con il nostro metodo”, è sorprendentemente un libro interessantissimo, non un manuale di bassa lega ma un raffinato studio sociologico sui meccanismi su cui fanno leva media, politici, venditori e persino i nostri stessi amici per far sì che noi acconsentiamo a molte richieste che ci vengono poste. Il tutto corredato da fonti, dati, nomi, cognomi, riferimenti, bibliografia, e descrizioni accurate di esperimenti svolti da psicologi e ricercatori sul comportamento umano, corredate da notevoli ragionamenti e disquisizioni sulla società in genere. 
Per chi se lo stesse chiedendo, per ora grandi risultati non ne ho ottenuti dal punto di vista pratico dalla lettura di queste tecniche... è un pò difficile convincere una persona quando sai che qualunque cosa proporrai otterrai un “non mi interessa”.
A questo libro dedicherò un post di recensione e descrizione dei vari capitoli... sarà molto interessante e vi consiglio vivamente di seguire le prossime puntate!
Infine... 


Vi segnalo un film che ho guardato proprio appena ho iniziato a lavorare nel Call Center, data l’analoga ambientazione e la trama: “Tutta la vita davanti”, del 2008, di Paolo Virzì con Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Micaela Ramazzotti e Valerio Mastandrea. Narra la storia di una giovane neolaureata in Filosofia che, cercando di entrare nel mondo del lavoro con grandi speranze dopo aver conseguito la Laurea con ben 110 e lode e abbraccio accademico, si scontra con le difficoltà ben note a tutti e ripiega su un più modesto lavoro in un Call Center, in attesa di un’occupazione più gratificante. 
Ho trovato il film molto piacevole, grazie anche a un’ottima interpretazione della protagonista, una sceneggiatura scorrevole e dialoghi mai banali; Micaela Ramazzotti brava nella parte della sbandata ragazza madre, Sabrina Ferilli un pò sopra le righe ma inaspettatamente calata nella parte. Non voglio qui fare una recensione approfondita, ma vi consiglio se vi capita di vederlo... anche se forse un pò esagerata, la descrizione di Virzì del mondo dei Call center non è poi così lontana dalla realtà. Anche se dubito che nessuno abbia mai costretto le teleoperatrici a balletti motivazionali prima di iniziare a lavorare... 
Ciao a tutti, a presto!!!!

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