mercoledì 18 maggio 2011

Senza Fissa Dimora di Successo


Certe volte sembra che le cose si rincorrano. Pare che quello che ci succede influenzi gli eventi successivi anche nelle piccole cose. Mi rendo conto che un avvenimento accade indipendentemente da un altro che magari a prima vista può sembrare correlato, ma al di là del ragionamento razionale mi colpisce sempre notare le coincidenze della vita.
Una è questa: oggi una giornalista che lavora alla radio è venuta a registrare come tutte le settimane il solito programma sui libri che dirige settimanalmente. Le ho raccontato un pò di quel che mi è successo, della mia decisione di cambiare un pò di cose, dell’incidente, della reazione dei miei, e lei (dopo qualche buon consiglio da persona assennata qual è) mi ha mostrato il libro su cui avremmo lavorato... dicendomi che, giustappunto, mi avrebbe sicuramente fatto riflettere.
Il libro è “Via della Casa Comunale n° 1”, di Stefano Bruccoleri.
In sintesi, la storia di Stefano è questa: in 14 mesi, ha perso i genitori per via di un tumore, un fratello, lavoro, casa e gli è stata diagnosticata una terribile malattia. Credo che basti questo a chiarire a tutti la situazione di questo ragazzo.
Eppure, Stefano in vece di buttarsi giù o distruggersi decide di inforcare la bicicletta e partire. Da più di 6 anni gira il mondo su due ruote e ha percorso finora 27.000 Km, conoscendo zingari, barboni, punkabbestia, emarginati, persone caritatevoli, scoprendo la bontà umana, ammirando nuovi posti, riflettendo su di sè. E poi apre un blog, in cui racconta i suoi pensieri, le sue esperienze, i suoi viaggi; un blog che si trasforma poi in un libro, grazie a Ediciclo editore e don Ciotti, che è quello appunto di cui stavamo parlando, e apre un sito, che si chiama appunto “Senza Fissa Dimora di Successo”, come il titolo di questo post.



Fa impressione vedere come quando pensi che la tua vita non sia soddisfacente, ci sia qualcuno che VERAMENTE sta molto peggio di te e vedere come spesso l’animo umano sia più forte e profondo di quanto mai si penserebbe.
Vi invito a visitare il suo blog e a leggere il suo libro:

martedì 17 maggio 2011

Mi presento


Cominciamo con il primo post... e con un titolo di una banalità sconcertante. Parliamoci chiaro: il 90% dei blogger (o meglio, aspiranti tali) intitola il suo primo approccio al mondo esterno con “chi sono”, “mi presento”, “eccomi”, e simili locuzioni di significato analogo.
Inizialmente la mia tentazione era stata di partire con uno sfoggio di cultura rifacendomi a Umberto Eco e utilizzare un titolo ambiguo tipo “il nome del blog”, per poi partire con una tiritera presa pari pari dall’appendice del suo noto romanzo sul fatto che un titolo dovrebbe disorientare il lettore, cogliere l’essenza delle cose e non fermarsi ai nomi, sfoggiare il mio latino da classicista eccetera eccetera... orrendo.
Così ho optato per unirmi al 90% dei blogger principianti e adottare un titolo sicuramente poco originale... ma di provata funzionalità!
Per questioni di privacy (che non è mai troppa) e per non avere limitazioni dettate dalla consapevolezza che chi legge potrebbe conoscermi personalmente e vedermi sotto un aspetto diverso da quello quotidiano, sia in ambiente lavorativo che personale, ho deciso di non utilizzare nome e cognome e non indicare granchè delle mie informazioni personali. 
Mi limiterò a firmarmi “Lele” e a descrivere sommariamente ciò che faccio e perchè scrivo.... e poi lascerò spazio alle mie riflessioni e ai miei articoli.
La cosa è questa: c’è un momento nella vita di tutti (e che spesso coincide con il difficile contatto con il mondo del lavoro) in cui ci si interroga sul futuro e si fa un pò il punto della situazione. E vi stupireste di quanto variegati possano essere i motivi per un giudizio negativo sulla propria vita.
A voler ben vedere, la mia vita non è così male. Lavoro in uno studio di registrazione come assistente fonico; inoltre sono un chitarrista semiprofessionista e suono in una cover band abbastanza nota in Italia - più o meno 40-50 date annuali che però ultimamente sono calate a causa della crisi. Sono single, e forse ne risento più di quanto mi piaccia ammetterlo. Ho parecchi amici. Ho un cane e un gatto bellissimi.
Eppure a un certo punto mi sono sentito prigioniero della routine, privo di sbocchi, confuso in un’apatia che si protraeva da troppo. Mentre progettavo un trasferimento all’estero per dare una svolta a tutto ciò, senza che me ne accorgessi mi affidavo un pò troppo all’alcol per evadere.
Non ero un’alcolista, chiariamo: mai bevuto a casa da solo o al mattino, passavano anche giorni prima di toccare un bicchiere. Solo che tendevo semplicemente a bere troppo quando si presentava l’occasione.
E alla fine una notte ho avuto la brillante idea di mettermi alla guida dopo una notevole bevuta. Velocità elevata, colpo di sonno (o distrazione, o malore, non ricordo) e mi sono schiantato contro il guard rail... rischiando di volare 7 metri sotto.
Incredibilmente, ne sono uscito assolutamente illeso. Non un graffio, non una frattura, non una scottatura, manco il cellulare s’era rotto. Ed è stato un bel botto.
Alla fine uno in qualche modo fa i conti con se stesso. E io mi sono reso conto che devo reagire. Dico “devo” e non “dovevo” perchè il fatto risale a non più di una settimana fa. 
Questo Blog realizza una delle cose che avrei dovuto fare tempo fa: scrivere. Scrivere delle mie idee, delle mie riflessioni, di tutto quello che mi passa per la testa. L’ho chiamato “un anno senza patente” perchè per un anno scriverò tutto quello che troverò interessante, tutte le difficoltà, tutti gli avvenimenti, tutti i momenti divertenti o curiosi, tutte le persone che riterrò degne di nota e tutte le stronzate (sì, anche quelle) che mi verranno in mente.
Perciò aspettatevi di trovare di tutto in questo blog: link di vignette divertenti, stralci di opere di autori più o meno famosi, video di Youtube, recensioni di film, pensieri anche di una sola frase, palindromi curiosi, lezioni di chitarra o di tecnica del suono, momenti di estrema ilarità e di sconfortante tristezza.
Ho lasciato liberi i commenti anche da parte di anonimi. Chiunque voglia commentare, condividere o anche criticare è il benvenuto, sempre nel rispetto dell’educazione e del buon senso (e anche di un corretto italiano se possibile).
Grazie a tutti coloro che vorranno visitare il blog... a presto!
Lele